Società da incubo, le terrificanti testimonianze delle giocatrici del Pomigliano Women
Durante la scorsa stagione, avevamo avuto un piccolo accenno della situazione non proprio rosea del Pomigliano. La voglia di ritirarsi dalla Serie A a campionato in corso e poi la rinuncia all’iscrizione in Serie B per la stagione entrante. Ma quello che succedeva dietro le porte del club era peggio di quanto ci aspettassimo.
Le giocatrici del Pomigliano, con l’aiuto della AIC (Associazione Italiana Calciatori), si sono rivolte a FIFPRO (la federazione internazionale dei calciatori professionisti), rilasciando dichiarazioni sull’incubo che hanno vissuto nell’ultimo anno al club campano. Dagli stipendi non pagati per una stagione intera a giocatrici infortunate non assistite dal club, ma invece costrette a giocare e a pagarsi da sole le spese mediche. In caso le atlete si rifiutassero di scendere in campo, nonostante l’indisponibilità e l’impossibilità di poter sostenere una partita, il Pomigliano provvedeva a falsificare contratti e documenti, presentando all’ente competente la risoluzione consensuale dell’accordo tra club e giocatrice. Una delle atlete è stata anche vittima di molestie da parte di un membro della società, il quale la contattava costantemente via messaggio e, avendo le chiavi dell’appartamento per questioni di lavoro, si è introdotto nell’abitazione della giocatrice senza permesso.
FIFPRO ha raccolto le testimonianze dirette di quattro giocatrici, rimaste anonime, che con le loro dichiarazioni hanno portato alla luce la terrificante realtà su ciò che sono state costrette a vivere. Ignorate dalla società mentre cercavano di trovare una soluzione, alcune di loro si sono rivolte agli enti di competenza, per poi scoprire che i loro contratti erano stati falsificati e che erano state tagliate fuori dal club.
Ad oggi, l’AIC si sta muovendo con la FICG per dare inizio ad un’investigazione interna, così da ottenere almeno il versamento degli stipendi alle atlete. Inoltre, l’associazione sta sostenendo le giocatrici per sporgere denuncia sia alla federazione sia alla procura.
Per leggere le testimonianze dirette potete cliccare QUI
di Rachele De Corso