30 Maggio 2025

“Women Football Rising Stars”: Alessia Frenquellucci

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“Our deepest fear is not that we are inadequate. Our deepest fear is that we are powerful beyond measure.”

Questa frase potente cattura in pieno la determinazione di Akeelah Anderson, una ragazza di undici anni che vive a Los Angeles, nel più classico dei quartieri difficili: una famiglia segnata da perdite, una scuola caotica, ma anche un dono straordinario. Una memoria prodigiosa per le parole e una passione senza limiti per lo spelling, le gare in cui si devono pronunciare e scrivere correttamente parole complesse.

Akeelah viene spinta a partecipare a queste competizioni, trovandosi ad affrontare non solo i propri limiti, ma anche le aspettative – spesso ingombranti – di chi le sta intorno. Dentro di sé, però, coltiva un desiderio profondo: vincere non solo per sé stessa, ma per ispirare la sua comunità, riunire la sua famiglia e restituire qualcosa che vada oltre la gloria individuale.

La storia che vi ho appena raccontato non è reale, ma prende vita nel film Akeelah and the Bee, uscito nel 2006. Una pellicola discreta nei numeri ma significativa nel messaggio: mostra come una giovane ragazza, con sogni grandi e talento da coltivare, possa trasformare la competizione in uno strumento per diventare esempio, guida e voce per chi spesso non ne ha.

“Mi piacerebbe giocare a livello professionistico in Europa e nella nazionale italiana. Voglio anche studiare psicologia all’università e spero di lavorare con i bambini in futuro.”

Così racconta i suoi sogni Alessia Frenquellucci, nuova protagonista di Rising Stars, ai microfoni di WomenFootball. Una ragazza che dimostra come, anche in giovanissima età, si possa guardare oltre la passione – in questo caso, per il calcio – e metterla al servizio di qualcosa di più ampio, di più utile, soprattutto per i più piccoli.

Nata a Roma nel maggio del 2008, Alessia ha avuto poco tempo per assaporare la città e il suo caos vitale. Da oltre dieci anni, la sua casa è a Parkland, in Florida, dove vive con la famiglia.
“Mi sono trasferita negli Stati Uniti all’età di 3 anni e ho iniziato a giocare a calcio quando ne avevo 6”.

L’incontro con il calcio non è stato casuale, né dettato dalla sola voglia di divertirsi. Alessia ha idee chiare fin dall’inizio: mettersi alla prova, cercare il limite e superarlo.
“Inizialmente giocavo per la squadra della mia città. Quando ho iniziato ero l’unica del 2008 in una squadra con ragazze più grandi di me. Col tempo ho sentito il bisogno di mettermi alla prova e ho cambiato squadra per giocare in un campionato più competitivo. Oggi gioco all’FC Prime nel campionato ECNL dal 2019”.

Una passione così forte ha finito per ridisegnare anche il suo rapporto con la scuola. Scelta non scontata, che racconta una determinazione matura.
“L’anno scorso ho deciso che avevo bisogno di maggiore flessibilità nei miei studi per potermi allenare più frequentemente. Sono passata così dalla scuola tradizionale a un programma virtuale. Questo mi ha permesso di allenarmi due volte al giorno e di viaggiare più spesso per valutare opportunità all’estero”.

E tra le destinazioni possibili, l’Italia ha sempre avuto un posto speciale. È lì che nel 2023 Alessia ha disputato quattro amichevoli ed un allenamento al centro tecnico Federale di Coverciano, esperienze che hanno lasciato un segno profondo.
“Giocare in Italia è stato fantastico. La gente è stata accogliente e la passione che hanno per lo sport mi ha fatto capire che desideravo davvero avere l’opportunità di giocare in Europa”.

Un’opportunità concreta è arrivata poche settimane fa, proprio in Italia. Alcuni allenamenti con due club prestigiosi, noti per la cura del vivaio e la capacità di valorizzare i giovani.
“Sono stata molto fortunata ad aver avuto l’opportunità di allenarmi sia con il Genoa che con la Lazio ad inizio aprile. Entrambe le squadre sono state estremamente accoglienti. Tornare in Italia rimane da sempre un mio grande obiettivo”.

Italia significa anche Nazionale. Una maglia che oggi sembra lontana, ma che nei pensieri di Alessia è più viva che mai.
“La maglia azzurra è sempre stato un mio sogno. Mi piacerebbe rappresentare l’Italia sulla scena mondiale”.

E se le chiedi chi sia il suo modello, la risposta sorprende per originalità e profondità.
“Koundé del Barcellona mi ispira molto. Mi piace come si inserisce in attacco e ha un’ottima distribuzione di palla. Le sue sovrapposizioni con Lamine Yamal sono perfette e permettono di creare molte occasioni da gol”.

Scelte, come si vede, tutt’altro che banali. Come non lo è stata la decisione di abbandonare il percorso scolastico tradizionale per inseguire il sogno calcistico. Senza però dimenticare l’altro sogno, quello che in apparenza sta fuori dal campo.

La missione psicologia, il desiderio di aiutare i bambini, di diventare qualcosa per gli altri.

Esattamente come Akeelah, che con lo spelling ha scoperto il proprio talento, ma anche la forza di usarlo per una causa più grande di lei. Perché, alla fine, non è vincere la parte più difficile. È accettare di poter cambiare davvero le cose.

di Ernesto Pellegrini

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