3 Dicembre 2024

“Behind The B’’: Caterina Bargi, attaccante del Genoa Woman, si racconta alla giornalista Lucia Anselmi

Caterina Bargi in azione con la maglia del Genoa Women (da Ufficio Stampa Genoa Women).

“Senso di appartenenza, non mollare mai, onorare la maglia e dare sempre il 100%’’. Questo è per Caterina Bargi il Genoa Calcio. Valori che mette sul campo sia da atleta che da allenatrice delle giovanili della squadra del Grifone.

Tutto questo lo si percepisce in maniera evidente durante l’intervista con la giornalista Lucia Anselmi in occasione della terza puntata di “Behind The B”, la rubrica di Donne Sui Tacchetti nata per raccontare le storie e le emozioni della Serie B Femminile, iniziativa editoriale di cui Womenfootball.it è fieramente media partner.

‘’Indossare questa maglia è un onore” – afferma Bargi – è qualcosa che non puoi descrivere. Chiunque scenda in campo, con qualunque divisa, lo fa dando il massimo. Penso però che scendere in campo con la maglia della squadra del tuo cuore ti faccia dare qualcosa in più. È un onore, una responsabilità ma anche uno stimolo gigantesco. Io mi sento questa maglia tatuata addosso, come una seconda pelle.’’

Il sorriso dell’attaccante numero 22 rossoblu è negli occhi, che brillano quando racconta l’emozione di giocare con lo stemma del Genoa sul petto. La sua città, il suo cuore. E anche i suoi primi tifosi: la famiglia.

L’amore per il calcio parte proprio da qui, della passione dei suoi genitori verso questo sport, dalle domeniche passate insieme allo stadio. Avere l’appoggio della famiglia per Caterina è stato importante, ed è con la consapevolezza di un’atleta matura che non lo dà per scontato.

“Conosco diverse ragazze i cui genitori hanno tentato di far fare altri sport, inutilmente, ed altre invece che non hanno poi potuto proseguire nel mondo del calcio perché i genitori spingevano in altre direzioni. Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che ama lo sport, ama il calcio ed il Genoa. Ricordo che andavamo tutti assieme allo stadio e quindi penso di essermi innamorata del calcio prima ancora di iniziare a giocarci”.

L’attaccante del Genoa non ha solo una buona visione di gioco, con la quale sta contribuendo a dare risalto al campionato di Serie B, ma dimostra anche un occhio attento rispetto alla crescita del movimento del calcio femminile e della strada ancora da fare.

Racconta di quando, da bambina, giocava nella squadra dei maschi e il mondo intorno sembrava ancora sopito rispetto alle potenzialità e alla qualità di questo sport.

Secondo Bargi la crescita degli ultimi anni è stata importante, anche grazie ad una maggiore attenzione da parte dei media. Eppure a volte bisogna ancora fermarsi. Guardarsi indietro, per ammirare il cammino fatto, e poi di nuovo avanti, nonostante a volte la montagna da scalare possa sembrare troppo alta.

Ma “non mollare mai” è quello che ci ricorda ancora una volta Caterina quando, a proposito delle difficoltà da affrontare per il calcio femminile, parla dei commenti virali sui social in merito all’incidente occorso a Guadalupe Porras, guardalinee spagnola, che ha riportato ferite al volto dopo essersi scontrata con una telecamera durante una partita.

“Il problema è che nel 2024 succedono ancora certe cose, ma credo anche che da certe situazioni venga fuori un’immagine di una donna sempre più forte che non si ferma contro l’ignoranza di certa gente. Tale immagine potrebbe essere d’aiuto anche ad altre donne per abbattere i muri dei pregiudizi e delle violenze, perché anche questa è una forma di violenza.’’

Quando guarda avanti Bargi per il suo futuro ha un grande sogno nel cassetto: poter giocare un match nello stadio della sua città e della sua squadra del cuore. Il Marassi.

di Mirco Monda

Nella foto, Caterina Bargi in azione con la maglia del Genoa Women (da Ufficio Stampa Genoa Women).

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